Fare il medico a volte significa dover scegliere, i protocolli attuali impongono che il medico di famiglia non intervenga a domicilio in caso di paziente positivo al covid, da un lato è anche giusto in quanto si andrebbe poi a verificare un possibile focolaio all’interno dell’ambulatorio.

Il medico di base però dovrebbe garantire cure al paziente composte di prescrizioni farmacologiche e la persona dovrebbe avere la possibilità di incaricare qualcuno che con le dovute precauzioni si appresta ad acquistare i farmaci e i prodotti necessari per passare il periodo influenzale.

Nel caso di questa signora, non è così, è stata abbandonata da tutti come fosse un’appestata, da circa due settimane si trova in casa forse positiva al Covid, è nessuno si e degnato di supportarla clinicamente valutando lo stato di salute e prescrivendo eventuali terapie.

La donna nella mattinata di oggi 9 maggio 2022 ha deciso di chiamare l’Associazione per i Diritti del Malato raccontando la sua storia, immediatamente l’operatore del Front-Office trasferisce la chimata al medico di turno che senza pensarci due volte invia a casa dalla paziente un collega dell’Unità Speciale di Continuità Assistenziale.

La donna è positiva, ma non in condizioni di ospedalizzazione e quindi può essere tranquillamente curata a domicilio, il medico intervenuto in accordo con il collega dell’ADM prescrive dei farmaci cortisonici e un antibiotico che esso stesso si preoccupa di far pervenire a mezzo del supporto infermieristico all’anziana donna.

L’Associazione Diritti del Malato con il contributo del Gruppo ETAV Onlus, acquistano accessori quali misuratore di pressione, saturimetro e altro necessario, che faranno pervenire a casa della paziente nelle prossime ore. Prodotti che saranno offerti a titolo gratuito.

La donna sarà monitorata dal supporto infermieristico domiciliare fino alla completa guarigione e seguita clinicamente nella prescrizione delle cure ed eventuali esami diagnostici dai medici ADM.

L’obiettivo con la nascita dell’ADM era garantire un supporto medico-legale nei casi di malasanità, non era prevista la cura diretta dei pazienti, ma in questo caso specifico oltre alla malasanità, si vede necessaria la cura del paziente e il giuramento di Ippocrate lo impone.

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