Un recente studio della nostra associazione, ha evidenziato come nel primo anno della pandemia siano aumentate le problematiche psicologiche tra i bambini e gli adolescenti. In particolare è emerso che 1 su 4 ha sviluppato sintomi legati alla depressione mentre 1 su 5 problemi legati all’ansia. Stime che sono raddoppiate rispetto al periodo pre-pandemia e continuano a restare alte con il persistere dell’emergenza sanitaria.

Sono numeri molto alti e preoccupanti perché gli esiti di questa condizione si vedranno sicuramente anche a lungo termine sotto altre forme.

Ad esempio in una classe di 20 ragazzi, potremmo avere un numero di adolescenti con disagi o disturbi psichici piuttosto elevato. Se 1 su 4 può ad esempio sviluppare sintomi depressivi, su 20 sarebbero ben 5 per classe e, se 1 su 5 manifestasse sintomi ansiosi, su 20 sarebbero 4 per classe.

La scuola e gli insegnanti hanno bisogno di una mano per gestire gli effetti di questa emergenza e anche per dare un sostegno ai ragazzi. Se vogliamo che questa pandemia non lasci cicatrici troppo profonde, la scuola deve recuperarli e deve essere potenziato il lavoro sul benessere psicologico.

Lontano deve essere la somministrazione di psicofarmaci tipo il Ritalin o altro, questi ragazzi hanno bisogno di sostegno psicologico e non di farmaci che potrebbero provocare effetti diversi, più gravi e difficili da contenere.

Questi numeri, purtroppo, sono solo una conferma ai tanti segnali di malessere che i più giovani ci hanno inviato in questo periodo, la pandemia è indubbio ha avuto un impatto enorme sulle nostre vite e ha portato a grandi cambiamenti a livello personale, familiare e ambientale.

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