Un’occhiata ai numeri che arrivano dall’Inghilterra e pubblicati dall’agenzia governativa Public Healt England, quello che salta all’occhio è soprattutto un dato, ossia, avere le due dosi non è sinonimo di protezione contro il patogeno bensì vincolare la quotidianità delle persone alla somministrazione, come fatto in Italia con il Green pass, obbligare, senza obbligare, alla vaccinazione quindi alla sperimentazione.
Lo studio ha sottolineato che, al 5 settembre 2021, sul territorio britannico il 64,6% della popolazione ha ricevuto almeno una delle due dosi, il 58,1% entrambe con numeri ovviamente molto più alti man mano che si sale verso le fasce d’età più avanzate: anche oltre la Manica.
Concentrandoci sui decessi, il dossier segnala come tra la 32esima e la 35esima settimana dall’inizio della pandemia nel Regno Unito siano stati registrati, complessivamente, 2.381 decessi di persone entro 28 giorni dalla vaccinazione. La maggior parte di queste (1.119) avevano oltre 80 anni. Di questi morti, 600 non avevano ancora completato il regolare ciclo di vaccinale. Gli altri 1781, invece, avevano le due dosi.
In percentuale, dunque, il 74% delle persone decedute nel corso degli ultimi 28 giorni in Inghilterra era vaccinata, il 26% no. Dati i numeri, nel Regno Unito si è deciso di tentare di tornare alla normalità senza imporre ai cittadini la vaccinazione, né con veri e propri obblighi né con ricatti come il Green pass, quindi tuto il contrario di quanto, invece, sta facendo il governo Draghi.
Il piano del governo Italiano dovrebbe ormai essere chiaro a tutti, anche se la stampa italiana è pilotata verso un regime di censura alla verità, obbilagare al gren pass per obbligare alla vaccinazione e dato che il vaccino è ancora nella terza fase della sperimentazione, il green pass non è altro che il certificato della cavia.
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