Aveva cominciato a stare male poco dopo aver ricevuto la seconda dose del vaccino anti-Covid. Poi, col passare delle ore, la situazione era peggiorata fino alla tragedia.

Majda El Azrak, è venuta a mancare a soli 14 anni nell’ospedale pediatrico di Bari dopo essere stata in coma per 26 giorni. E per la quale ora tre medici sono indagati dalla Procura.

I genitori di Majda hanno deciso di presentare una denuncia dopo la scomparsa della figlia, che aveva iniziato a stare male dopo la seconda dose di vaccino.

Poco dopo, la piccola avrebbe perso conoscenza, trasferita poi in codice rosso all’ospedale pediatrico di Bari. Qui, purtroppo, il 13 settembre è morta dopo essere rimasta 26 giorni in coma.

Secondo i medici, fatale è stata una forma di Meningite, strano dato che la ragazzina non aveva problemi di salute pregressi e dato che la meningite in questi casi sembra essere molto gettonata per giustificare una morte causata dal vaccino.

L’inchiesta della Procura di Lecce era nata dopo un esposto-denuncia presentato dai genitori della 14enne attraverso il proprio legale avvocato Pasquale Scorrano. Nel registro degli indagati risultano iscritti il medico che aveva effettuato la somministrazione della seconda dose di vaccino e i due medici che la mattina del 19 agosto avevano sottoposto la ragazzina a degli accertamenti radiologici.

La meningite è un’infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale (meningi). La causa è generalmente infettiva solitamente si manifesta con i sintomi dell’infezione virale, come febbre, sensazione diffusa di malattia (malessere), tosse, dolori muscolari, vomito, perdita di appetito e cefalea.

Claudio Greggio direttore dell’Associazione Diritti del Malato commenta: “Malgrado i risultati e queste morti, l’Italia continua nella vaccinazione ai bambini e ai ragazzi, il governo vuole nascondere e sta nascondendo al popolo la verità, è ora che gli Italiani sappiano, bisogna fermare questo abominio, invito a denunciare il capo dello Stato Sergio Mattarella e si vada alle urne quanto prima”.

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