Qualche giorno fa la notizia che la procura di Trento ha aperto un inchiesta indagando dieci medici in quanto una ragazza di aapena vent’anni è stata ricorverata a psichiatria subendo danni gravissimi.

La vicenda è iniziata nell’agosto del 2020 quando la ragazza 20anni, si è sentita poco bene e i genitori hanno deciso di portarla all’ospedale di Cles. Qui è stata sottoposta ad una tac che però non avrebbe evidenziato nulla di particolare.

La giovane però stava sempre peggio e le condizioni di salute con il tempo sono peggiorate, e i sanitari hanno collegato questa situazione a problemi di tipo psichiatrico trasfendo quindi la giovane a Trento nel reparto di psichiatria. Ad una seconda tac i radiologi non hanno trovato ancora nulla.

E’ iniziata dunque la somministrazione di pesantissimi psicofarmaci, solo a seguito di una risonanza magnetica, sono emersi i problemi legati ad un Ictus. La procura ha richiesto ulteriori perizie anche sullo stato di salute della giovane ragazza per stabilire quindi il nesso tra il modo in cui è stata curata e le gravi conseguenze.

Elena Casetto, arsa viva con polsi e caviglie legate al letto di contenzione, nel reparto di psichiatria dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Tredici agosto 2019 Elena Casetto, 20 anni ancora da compiere, moriva carbonizzata in una stanza del reparto di psichiatria dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

La domanda attorno al quale ruota l’inchiesta della procura milanese è: poteva essere salvata? Nel fascicolo aperto per omicidio colposo figurano due indagati: A.B, 40 anni, di Lissone (Milano) ed E.G., 39 anni, di Paderno Dugnano (Milano). Si tratta di due addetti della squadra antincendio, che all’epoca erano entrambi dipendenti dell’impresa appaltatrice del servizio di pronto intervento dell’ospedale.

Chi era Elena Casetto

Chi la conosceva la descrive come una ragazza solare, che voleva studiare filosofia ad Amsterdam o a Londra, dedicandosi alla poesia e alla musica, le sue grande passioni. Padre italo-svizzero morto nel 2012, madre sudamericana. Avrebbe trascorso buona parte dell’adolescenza in Brasile, prima di stabilirsi a Osio Sopra.

Non tutto però nella vita di Elena è andato per il verso giusto. Quel giorno l’équipe del reparto di psichiatria sarebbe intervenuto per calmarla “a causa di un forte stato di agitazione”.

La domanda che sorge spoontanea è: perchè una ragazza di appena 19anni quasi 20, era ricoverata e contenuta fisicamente in un reparto di psichiatria?

Non sappiamo il perchè una ragazza che scrive belle poesie e sogna di studiare all’estero viene ricoverata in psichiatria, portata di peso in un letto, immobilizzata, legata mani, piedi e torace alle sbarre. Si decide di sedarla. Poi, in attesa che il sedativo faccia effetto, gli infermieri escono e chiudono la porta a chiave. Elena è sola, agitata, immobilizzata.

In quel letto di contenzione dell’ospedale, Elena muore carbonizzata a seguito di un incendio divampato in reparto.

Quello che rimane della stanza dove era ricoverata Elena

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