Lisa era una ragazza solare e con tanta voglia di vivere, di “volare” come tante volte scriveva su suoi profili social; ma la sua vita è finita a 17 anni all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. «Nostra figlia è morta non per la sua malattia, una patologia ematologica di natura benigna, ma per quella che doveva essere la cura risolutiva.
Vittima di un trapianto di midollo osseo, rivelatosi pessimo, da donazione inadeguata e infusa con sangue di gruppo diverso, senza valutare le alternative praticabili, che l’ha portata alla morte nel giro di due settimane per gli scompensi multiorgano che ha provocato».
Questo, un estratto di quello che hanno scritto i genitori nella durissima lettera che hanno fatto arrivare a Papa Francesco. La risposta? Una chiamata di condoglianze di 3 minuti e 41 secondi. È un fatto grave che getta un’ombra sull’ospedale legato alla Santa Sede tanto da essere definito l’ospedale del Papa e considerato all’avanguardia per la pediatria.
“Il PM ha riconosciuto una responsabilità penale da parte di alcuni componenti dello staff medico dell’ospedale Bambino Gesù di Roma. Gli avvisi di garanzia sono stati inviati”, ha informato il padre Maurizio Federico su Facebook, lo scorso 14 giugno.
No responses yet