È accaduto nel giugno scorso a T. F. 95enne che dopo essersi fratturata un polso e procurata un trauma cranico con una ferita cadendo in casa, è stata trasportata al pronto soccorso, li, l’attesa estenuante, ben 17 ore di attesa per i primi controlli e per un gesso.

Il Coronavirus ha indubbiamente creato non pochi disagi anche per le persone non contagiate: mascherine, guanti, gel igienizzanti, distanziamento sociale, tempi un po’ più allungati, spazi reinterpretati. Ma può una persona oltretutto anziana, passare quasi una giornata al pronto soccorso?

Molte persone iniziano a reclamare, di dover andare in bagno oppure di volere dell’acqua, ma nessuno del personale sanitario, sembra preoccuparsene. Dalle molte lamentale arriva una referente, alquanto alterata e in malo modo caccia via parenti e familiari.

Solo un successivo intervento della nipote che minacciando di rivolgersi delle forze dell’ordine, mette fine all’attesa della 95enne ed una dottoressa decide di visitare la paziente.

Oltre al danno arriva la beffa, la signora deve pagare il ticket. Claudio Greggio portavoce dell’Associazione Micu3000 e direttore dell’ADM commenta: “Nessun ticket è dovuto, le ore di attesa e il danno morale cagionato alla donna chi lo paga?” L’associazione è pronta al ricorso.

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