Dicembre 2020 una donna di 42anni si reca presso la clinica di Abano Terme lamentando dolori fortissimi alla zona cervicale, nausea, vertigini e forte emicrania persistente da ormai tre giorni e senza alcun effetto benefico malgrado gli antidolorifici.

Sottoposta come da prassi in questi casi a RX Colonna Cervicale veniva somministrata alla paziente una terapia farmacologica analgesica di Muscoril e Toradol. Nessuna menzione da parte del medico circa gli altri disturbi, vertigini, emicrania e nausea. solo l’insistenza della donna ha permesso all’equipe medica la misurazione della temperatura i cui valori erano nella norma.

La donna viene quindi dimessa con una diagnosi di cervicalgia e con la prescrizione farmaceutica analgesica di Muscoril e Brufen. La donna non è stata quindi sottoposta a nessun tampone relativo alla presenza del virus SARS-Cov2 responsabile del Covid19.

A distanza di alcuni giorni e ancora in preda a forti dolori malgrado l’assunzione della terapia farmacologica prescritta dal medico presso la clinica di Abano Terme, si reca presso un altra struttura ospedaliera immediatamente sottoposta a tampone, la diagnosi è chiara, la paziente è affetta dal virus SARS-Cov2 responsabile del Covid19.

La paziente cerca quindi attraverso il modulo di segnalazione messo a disposizione dalla clinica di Abano Terme di avvisare circa l’errata diagnosi, una cosa quasi normale e che sarebbe da ringraziare, dalla clinica però riceve una mera lettera da parte della direzione sanitaria dove non si accenna minimamente all’errore commesso dal medico, anzi si sottolinea la correttezza e invitano la donna al pagamento del ticket.

Anche l’Associazione per i Diritti del Malato è intervenuta sulla vicenda cercando quanto meno delle risposte dalla direzione sanitaria, non è per il tecket, ne va di una questione di pricipio, in situazioni normali, l’operato del medico di pronto soccorso sarebbe stato normale, ma in presenza di una pandemia il cui virus tra i suoi sintomi ha dolori muscolari ed emicrania, forse qulache accertamento in più andava fatto.

Partendo da qui che l’ADM sta cercando con la Clinica di Abano Terme una conciliazione, ma questa malgrado diverse nostre lettere, non si degna di una risposta. Claudio Greggio direttore dell’ADM commenta: “ritengo il comportamento della direzione sanitaria della clinica, alquanto scorretto, non ci sono i presupposti per una procedura legale che sarebbe senza dubbio lenta e macchinosa, per noi il caso è chiuso, la donna non ha pagato il ticket e sembra che la clinica non abbia fatto ancora alcuna azione a recupero. Questo articolo non è una condanna alla clinica ma al comportamento di quest’ultima, invito nuovamente la direzione sanitaria al colloquio”.

Restando sempre aperti al dialogo per una soluzione alla controversia, resteremo vigili su eventuali azioni a danno della paziente, se vi saranno azioni legali per il mancato pagamento del ticket, non saranno per causa dell’ADM ma eventualmente dalla mancanza di collaborazione della clinica che allora dovrà rispondere di errata diagnosi e il medico potrebbe risponderne in prima persona.

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